Oggi 8 Dicembre 2015 il prezzo del petrolio e' arrivato a 37 dollari al barile. E' il prezzo piu' basso dal 2009. Non provo tristezza alcuna.
"My head is spinning from the past few days of declines. Sentiment is horrible. It's very bearish," dice Mike Wittner, a capo del gruppo di researca ed esplorazione presso la Societe Generale.
Perche' il crollo? Perche' guidati dall'Arabia Saudia, l' OPEC ha deciso di non tagliare la produzione di idrocarburi nonostante la sovrapproduzione mondiale.
L'OPEC e' fortemente diviso: da un lato i paesi del golfo che possono permettersi prezzi bassissimi, dall'altro paesi come Nigeria e Venezuela che invece hanno bisogno di prezzi piu alti per mantenere le loro economie. Ma a comandare e' l'Arabia Saudita, e quindi i prezzi sono rimasti bassi.
Come tutti sappiamo, in seguito all'esplosione del fracking negli USA, per non perdere mercato, l'OPEC ha deciso di aumentare la produttivita' sperando di rendere anti-ecomiche le trivelle del fracking americano. E poi c'e' il movimento ambientale - noi! - che chiede di abbandonare le fossili.
E con il petrolio che cala, il numero di pozzi va a picco, decine di licenziati, e operazioni che vengono messe in limbo. Ad esempio, il numero di pozzi negli USA e' arrivato al minimo da 13 anni a questa parte - ci sono adesso solo 795 trivelle attive nel paese. Un anno fa erano 1930. E' la prima volta dal 2002 che il numero di pozzi scende sotto quota 800 secondo i dati forniti dalla Baker Hughes.
Il record delle perdite spetta alla BP che registra 6.3 miliardi in rosso nel secondo quadrimestre del 2015 (Aprile-Giugno) a causa dei danni da pagare per lo scoppio del 2010, affari che sono andati a male con il caos della Libia e guai in Russia.