Nulla e' eterno, neppure i petrodollari.
Secondo un rapporto del Fondo Internazionale Monetario, se i prezzi del petrolio restano cosi bassi, l'Arabia Saudita restera' a secco di denaro fra cinque anni. E come l'Arabia Saudia, la maggioranza dei paesi OPEC, fra cui Oman e Bahrain.
Gia' quest'anno sono andati in fumo 360 miliardi di dollari del Medio Oriente, cioe' quasi 400 mila milioni di euro.
Quelli che erano suprlus, sono ora debiti e occorre cambiare prioirta' nello spendere. Allo stesso tempo crescono i dissensi interni, la violenza e pure i mercati finanziari altalenano, ed e' tutto confuso.
Secondo l'FMI, all'Arabia Saudita, il principale produttore mondiale di petrolio, servono prezzi di petrolio di circa $106 al barile per poter guadagnarci. E visto che adesso siamo attorno a $45, invece che guadagnare ci si perde. Nessun problema se il prezzo resta cosi basso per poco, visto che il paese ha 700 miliardi di dollari di liquidita', ma se invece continua cosi', fra cinque anni, sempre secondo il FMI, i "risparmi" nazionalisi prosciugheranno.
E questo lo sanno benissimo anche in Arabia Saudita, dove hanno gia' venduto 4 miliardi di obbligazioni e dove il deficit quest'anno aumentera' del 20%. Tagli sono necessari ma non si sa dove farli: non certo ai programmi di assistenza sociale o militari perche' hanno paura delle primavere arabe. Il governo sta vagliando.
Per l'Iran la quota di sopravvivenza e' di $72 al barile, mentre va meglio al Kuwait, al Qatar agli Emirati Arabi che hanno diversificato, per quanto possibile, le loro economie. Ad esempio, al Kuwait bastano $49 al barile per segnare conti in attivo, e al Qatar $56. Per gli Emirati la cifra e' di $73. A differenza dell'Arabia Saudita, e grazie alle minor popolazioni, i risparmi di queste nazioni basteranno loro per venticinque-trent'anni.