Le scellerate proposte del Dipartimento per l'Interno USA:
aprire la costa atlantica alle trivelle, dopo 30 anni di protezione ambientale.
Ma per quanto scellerate, si mantiene sempre una fascia di rispetto di 80 chilometri da riva.
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aprire la costa atlantica alle trivelle, dopo 30 anni di protezione ambientale.
Ma per quanto scellerate, si mantiene sempre una fascia di rispetto di 80 chilometri da riva.
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Lettera ad Obama, 75 esperti di vita marina
per la prima volta contro l'airgun in modo uffiicale
In questi giorni Gianluca Galletti, spronato da noi tutti attivisti in giro per l'Italia, si prende e ottiene di chiedere alla Croazia che l'Italia partecipi al processo decisionale su trivelle ed airgun in Adriatico.
Nel frattempo, proprio in questi giorni, settacinque oceanografi, biologi ed esperti di vita marina hanno appena inviato una lettera al presidente Obama sugli effetti devastanti dell'airgun sulla vita marina, in relazione alla decisione del Dipartimento per l'Interno di aprire parte dell'Oceano Atlantico alle ispezioni sismiche. Si tratta di South Carolina, North Carolina, Georgia e Virginia, mantenendo una fascia di rispetto di cinquanta miglia, cioe' ottanta chilometri da riva. Attualmente la fascia di rispetto e' di circa centosessanta chilometri su tutte le coste USA ad eccetto del golfo del Messico e di parte dell'Alaska, di fatto vietando le operazioni petrolifere nell'Atlantico e nel Pacifico.
I docenti della Cornell University, New England Aquarium, Stanford, the University of North Carolina e Duke University scrivono“the magnitude of the proposed seismic activity is likely to have significant, long-lasting, and widespread impacts on the reproduction and survival of fish and marine mammal populations in the region, including the critically endangered North Atlantic right whale, of which approximately only 500 remain.”
Secondo lo stesso Dipartimento per l'Interno, e non secondo la D'Orsogna, le ispezioni sismiche potrebbero danneggiare circa 140,000 mammiferi marini, incluse balene e delfini e potebbe alterare l'habitat di almeno tredici milioni di esemplari.
E non ci sono solo i settantacinque scienziati. Ci sono oltre trecento enti governativi locali, statali e federali che hanno espresso il loro no all'airgun in Altlantico, nonche' centosessanta associazioni turistiche, ambientali, di pesca e ricreative, incluse la South Carolina Small Business Chamber of Commerce, tla Outer Banks Chamber of Commerce, the Cape May County Chamber of Commerce and the Dare County, North Carolina, The Billfish Foundation, The International Game Fish Association, the Southeastern Fisheries Association and the Mid-Atlantic Fishery Management Council che hanno pubblicamente opposto l'uso dell'airgun in mare.
Due osservazioni: il Dipartimento per l'Interno non solo riconosce che potrebbero esserci danni alla vita marina, li quantificano pure con numero e tipo di esemplari. Il ministero dell'Ambiente o dell'Interno o delle Attivita' economiche italiano sa dare delle stime dei danni che l'airgun proposto il Sardegna o nello Ionio o nell'Adriatico portera'? Quanti esemplari verranno danneggiati? Lo sa cos'e' l'airgun Matteo Renzi?
Ancora, qui si parla di preservare una fascia di rispetto di ottanta chilometri. Dai petrolieri si sente sempre dire che dobbiamo fare come negli USA che con il fracking hanno risolto i loro problemi energetici. Perche' non copiamo invece queste cose qui?
Gianluca Galletti invece di scrivere letterine per dare contentini agli elettori, perche' non prende un di coraggio e non decide di instaurare un dialogo costuttivo e lungimirante con i croati cosi da mettere un fascia di rispetto anche in Adriatico di ottanta chilometri? Ottanta noi, ottanta la Croazia. E visto che, coincidenza vuole, l'Adriatico e' largo proprio centosessanta chilometri sarebbe game over per l'airgun e le trivelle tutte nel mare nostrum.
Infine: non e' un po presuntuoso chiedere alla Croazia di intervenire nelle loro decisioni ed invece continuare a rilasciare concessioni, permessi, estensioni dal lato nostro? Dovremmo dare l'esempio no? O pensa il nostro Gianluca Galletti che l'airgun in Sardegna, la nave desolforante sputafiamme di Ombrina Mare, le trivelle in Sicilia, nello Ionio, o in Veneto tutte ad una manciata di chilometri da riva abbiano effetti meno gravi che l'airgun di Croazia?