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Channel: No all'Italia petrolizzata
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Ciao Pierluigi!

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Si chiamava Pierluigi, aveva 36 anni.

Era un fisico e un matematico che si era fatto da solo. Era intelligente, modesto ma brillante, e stimato sia da noi colleghi che da chiunque l’avesse conosciuto professionalmente. Era partito da Taranto, si era laureato a Roma, e dopo essere stato a Princeton e Vancouver era finalmente arrivato a Los Angeles. Era il mio vicino di ufficio. Facevo parte della commissione che l’ha selezionato quando l’abbiamo assunto, nel 2011.

Mille richieste, due posti. Uno per Pierluigi.

Era un po riservato, di questi uomini che non parlano tanto, ma con il tempo siamo diventati amici, prendevamo il caffe o cenavamo assieme, parlavamo di piccoli e grandi eventi universitari, di cose italiane, di tempo libero. A volte mi diceva di stare attenta alle mie "rivoluzioni petrolifere". Ero contenta di avere un collega italiano. Qualche volta ci vedevamo fuori dal campus, in bicicletta lungo il boardwalk che da Santa Monica porta a Manhattan Beach, o a mangiare messicano che gli piaceva tanto. Gli volevo bene.

A Novembre 2013 iniziano mal di pancia e nausea. Una serie di visite, domande, medicine, speranze, e poi il verdetto finale, irreversibile. Tumore. Metastasi. Ho seguito tutto il suo calvario e ne ho avuto cura a Los Angeles come meglio ho potuto. Per un po’ siamo stati io e lui di fronte al mostro.

A Gennaio 2014 e’ tornato a Taranto dalla sua famiglia.

Pierluigi e’ morto il 28 Aprile 2014. Scrivo sul treno mentre torno a casa dopo il suo funerale. Sono stata contenta, se cosi si puo’ dire, di averlo potuto rivedere il giorno prima della fine, che mi abbia sorriso e riconosciuta, e di avergli potuto dare il mio ultimo ciao.

Per una strana coincidenza, Pierluigi e’ morto due giorni prima che morisse il signor Emilio Riva, 88 anni, quello dell'Ilva. Non provo niente per lui. Nemmeno la pieta’ umana che si riserva ad uno sconosciuto che ha sicuramente lasciato dietro una famiglia e degli affetti. Niente.

Io non lo posso sapere con certezza che legame ci fosse la mutazione genetica ed il cancro che hanno divorato Pierluigi in neanche sei mesi ed i veleni dell'ILVA. Chissa’, magari si sarebbe ammalato anche se invece che a Taranto fosse nato in Costa Azzurra.

Ma e’ innegabile che l’ILVA e l’industrializzazione selvaggia della citta’ d’acciaio hanno lasciato dietro di se una scia di dolore e di morti che includono tanti giovani dalle vite spezzate come Pierluigi, nonostante tutti i razionalizzatori che – nel 2014 – continuano a sbandierare ancora il mito “lavoro o morte”.


Non vedono questi signori quella polverina rossa che avvolge tutto quando arrivi a Taranto? Non sanno che quel rossiccio marziano ha umiliato la democrazia, permettendo a qualcuno di arricchirsi mentre avvelenavano l’acqua e ucciso le pecore, le mucche, e le persone?

Perche’ i tarantini non reagiscono di piu’? Quanti morti ancora? Perche’ le mamme di Taranto invece di pensare a vestitini alla moda non pensano all’aria sana?  Perche’ Nichi Vendola e il sindaco di Taranto e il ministro dell’ambiente e chiunque prenda le decisioni non hanno il coraggio di dire: e’ tempo di chiudere tutto e di bonificare e di spiegare alla gente che non e’ vero che o muori di fame o di cancro.

Perche’ non sappiamo pianficare il post ILVA con il coraggio di fare cose intelligenti ed ambiziose per il lungo termine?  Il modello di sviluppo anni '60 e' passato da un pezzo e non torna piu'.

Ho accompagnato ieri Pierluigi al suo ultimo viaggio al cimitero di Taranto, vicino al quartiere Tamburi. Era tutto rosso, anche i marmi bianchi delle tombe. Mentre le mani lunghe, affusolate ed esperte di qualcuno sigillavano con solerzia il suo loculo, e delicatamente spargevano il cemento all’ombra di pini e circondato da fiori e lacrime, non ho potuto non notare che dalla tomba di Pierluigi si vede la ciminiera blu dell'ILVA. La canna di Mr. Riva fumava anche il giorno del suo funerale.

Presto la polverina rossa si spargera' anche sulla tomba del mio amico.

Che posso fare piu' di questo?

Ciao Pierluigi! Che tutto ti sia lieve, ovunque tu sia adesso.


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